Nonostante la routine, nonostante l’abitudine, niente è più inaspettato di una vita vissuta sempre “in viaggio”.
La vita sul treno, nel suo essere estenuante e monotona, richiede pazienza e fantasia. La cosa più importante è disegnare lo stile di viaggio, capire come occupare il proprio tempo lungo il tragitto (leggere un libro, finire un cruciverba), e imparare a reggere le consuete, quasi quotidiane, complicazioni del servizio ferroviario: ritardi e soppressioni, scioperi e malfunzionamenti.
Per non parlare delle sconvolgenti, quanto comiche, scene che si ripresentano in treno, come in stazione, con una certa regolarità.
Come molti pendolari amano sottolineare, servono organizzazione, spirito di sopportazione e humour.
Da una recente indagine dell’Istat sul fenomeno del pendolarismo emerge che più di 1 milione di persone in Italia impiega tutti i giorni almeno 1 ora per raggiungere il posto di lavoro. Sul territorio nazionale, nel corso degli ultimi anni, i tempi destinati alla mobilità si sono considerevolmente allungati.
Ecco allora che tutto il tempo che viene occupato semplicemente per gli spostamenti può essere speso per fare quelle cose che normalmente non si ha il tempo di fare o che restano in sospeso, trasformando il “tempo perso” in opportunità. Grazie a smartphone e tablet il mondo è diventato davvero a portata di un clic e con lui la nostra vita.
Leggere, ascoltare musica o pianificare un viaggio non sono mai stati tanto facili come al giorno d’oggi. Intere biblioteche sono ormai a portata di mano così come discografie ed album. Programmare un viaggio in Thailandia o scegliere il ristorante più In per il venerdì sera?
Basta sedersi comodamente nel primo posto libero del treno e lasciarsi trasportare in un’infinita possibilità di percorsi, voli e hotel, tra itinerari all’insegna dell’avventura o resort di lusso. Il tempo speso per raggiungere il proprio posto di lavoro può trasformarsi, quindi, in un’occasione di evasione, tra pagine di libri, fantasie e progetti futuri.
Nel resto del mondo, comunque, per tirare un sospiro di sollievo, le cose non vanno meglio.
Il 19% dei lavoratori australiani impiega ogni giorno circa 90 minuti per recarsi a lavoro, solo sette minuti in meno rispetto ai pendolari della più grande metropoli cinese, Pechino.
Negli Stati Uniti, il pendolare medio trascorre 38 ore all’anno imbottigliato nel traffico urbano. Nelle città più grandi come Washington D.C., Los Angeles e San Francisco questo numero può facilmente salire a 70 ore annuali.
Il traffico peggiore d’Europa lo troviamo nelle due principali città del Belgio, Anversa e Bruxelles, dove i pendolari trascorrono una media di 83 ore all’anno, l’equivalente di due settimane all’anno in mezzo al traffico.
Se pensiamo poi che, almeno in Italia, il posto fisso è destinato a scomparire, la necessità di cogliere nuove opportunità personali e il desiderio di esplorare nuove realtà lavorative, ci spingerà, probabilmente, a vivere questa condizione quasi come se fosse qualcosa di dovuto e necessario.